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il forum di Roberto Alajmo, scrittore





UN INDIANO ALLA CORTE DEL GENERALE CUSTER

(Oggi su Repubblica)
L’assessore Mario Centorrino, messo sotto assedio da parte dei lavoratori degli enti di formazione, denuncia la scarsa solidarietà ricevuta da parte della sua stessa maggioranza. Nella perdurante assenza di quella, viene voglia di accordargliene un’altra: solidarietà non politica ma umana. Forse anche letteraria.
La figura di Centorrino nel contesto del governo Lombardo possiede una certa innegabile grandezza, sia umana sia letteraria. Per quello che è, per quel che rappresenta. Per la solitudine del potere che ha cominciato ad assalirlo, circondandolo di falsi amici e nuovi nemici: e solo i primi sono destinati a svanire appena la stagione del potere sarà terminata.
(...)
Oltretutto proprio a lui è stata assegnata delega a grattare una fra le rogne più cocenti: la Formazione. (Un discorso simile si potrebbe fare per Massimo Russo, che intanto gratta un’altra radicata rogna regionale: la Sanità. Ma le differenze non sono da poco). Molto prestigio, molto potere, ma anche moltissime seccature. Una volta accettato il ruolo, Centorrino ha dovuto per coerenza e forza di cose vestire il ruolo del censore. Armato di forbici ha tagliato quel che riteneva di dover tagliare. Con quali risultati ognuno saprà giudicare, a breve o lunga scadenza. Alla fine della giostra la formazione regionale servirà davvero a formare personale pronto a entrare nel mondo del lavoro? O continuerà a pagare stipendi a fondo perduto e creare parcheggi orari destinati ai disoccupati? Ovvio sperare che col tempo le cose siano destinate a migliorare. Ma in questa fase un po’ tutti sembrano chiedersi: a che prezzo? È di questo prezzo che i siciliani hanno sempre avuto timore. Ciò che nei secoli ha frenato lo sviluppo civile ed economico di quest’Isola. Per paura di una lunga transizione i siciliani hanno sempre preferito l’uovo di oggi alla gallina di domani. Per questa paura fra tinto conosciuto e buono da conoscere hanno scelto sempre e senz’altro il primo. È già successo nel ’94, quando la riscossa civile che fece seguito alle stragi cominciò a prendere forma politica: ma venne abortita alle prime difficoltà. È successo, potrebbe succedere di nuovo domani stesso. Forse è inevitabile che ad ogni rivoluzione segua una restaurazione. Ma solo in Sicilia siamo capaci di fare allo stesso tempo la Rivoluzione e la Restaurazione. Sovrapponendole, semplicemente.
Le ultime vicende, la denuncia di isolamento lanciata dallo stesso Centorrino, confermano un sospetto: che lui in quel posto cruciale non ci sia finito per caso. Serviva qualcuno che con riconosciuta competenza facesse il lavoro sporco. Il ragionamento è il seguente: nella Formazione regionale le incrostazioni erano, sono tali che una cura risulta tanto indispensabile quanto dolorosa. Arrivare anche solo a un cambio di potere (da Cuffariano a Lombardiano) comporta un lungo attraversamento del deserto, un travaglio destinato a costare sacrifici e posti di lavoro.
Al di là del prestigio che deriva dalla carica, comunque vada a finire, Centorrino è destinato a rimanere isolato. Percepito come avverso da tutte le parti in causa, con motivazioni opposte e convergenti. Tenendo conto della persona e del suo prestigio, c’è da credere che accettando un incarico del genere abbia avuto le migliori intenzioni. Ma queste intenzioni adesso rischiano di essere travolte e dimenticate.
Un giorno, quando la rivoluzione avrà definitivamente lasciato campo alla restaurazione, i nuovi-vecchi potentati potranno dire: ecco cosa sono stati capaci di fare, che disagi hanno creato i cosiddetti tecnici, la cosiddetta Sinistra. Ecco chi sono i moralisti, i legalisti, gli efficientisti. Ricordatevene e accontentatevi. Sarà la certificazione in carta da bollo: effettivamente il tinto conosciuto risulta sempre meglio del buono da conoscere. E incidentalmente: la Sinistra avrà gettato le basi per essere sconfitta alle elezioni per i prossimi vent’anni.

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Roberto Alajmo | 09/03/2011

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