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COPERTINA MATTO AFFOGATO


MAGARI FOSSE QUESTIONE DI SOLDI

(Da Il Mattino)
Qualcuno per favore avverta il ministro Passera che l’autostrada Salerno-Reggio Calabria non potrà essere completata né entro il 2013 né mai. O almeno: non allo stato attuale. Non fin quando il contesto culturale rimarrà quel che è adesso.
Passera è senz’altro in buona fede e legittimamente, sulla base della sua formazione, ne fa una questione di impegno economico. I finanziamenti, beninteso, sono una condizione necessaria: ma per nulla sufficiente. Il problema è che l’autostrada incompiuta rappresenta un’allegoria perfetta di come funziona l’economia paramafiosa che imperversa nelle regioni del Sud. L’eternità dei lavori non è solo frutto di indolenza, incompetenza o chissà che. Oltre la passività, esiste pure una volontà attiva di far durare i lavori in eterno, garantendo lavoro a una quantità variabile di maestranze, purché in maniera precaria e paternalistica.
In sostanza, finché esisteranno i cantieri il sistema di reclutamento occupazionale garantirà il controllo del consenso e del territorio. Basta solo erogare col contagocce i posti di lavoro: abbastanza da stremare, ma non tanto da distruggere il tessuto sociale. La perversa abilità consiste nel tenere la testa del soggetto appena sotto il pelo dell’acqua, consentendogli di respirare di tanto in tanto, ma non troppo. Quanto serve a creare dipendenza, non certo ad appagare del tutto la fame di lavoro.
Quello che presiede alla costruzione della Sa-Rc è lo stesso principio della tela di Penelope, che programmaticamente non poteva mai essere completata. È probabile che con la Salerno Reggio-Calabria qualcuno si sia arricchito, che si stia arricchendo, che si arricchirà in futuro. Ma è riduttivo considerarla solo una questione di arricchimento illecito. Esiste anche un’esigenza attiva, perché al completamento non si arrivi mai. L’incompiuta nazionale rappresenta un giacimento di sottosviluppo difficilmente fungibile, a meno che non venga subito rimpiazzato con un'altra impresa da centellinare in eterno. Ciò che il Ponte sullo Stretto non potrà mai essere, per eccesso di utopia.
Il sottosviluppo del meridione italiano è funzionale all’economia paramafiosa, che senza sottosviluppo non potrebbe prosperare. Da qui l’esigenza di sottrarre risorse. Se non potessero intascarli, ai padroni dell’economia meridionale converrebbe piuttosto bruciare i finanziamenti pubblici destinati al Mezzogiorno. Tutto, purché non servano a uscire da una condizione di stentata precarietà. È il paradosso del Meridione italiano. Difficile uscirne senza un investimento che sia, oltre che finanziario, anche di profonda mutazione culturale.

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Roberto Alajmo | 17/06/2012

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