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LA LEVA CALCISTICA DELLA CLASSE 2068 (SECONDA PARTE)

...Dopo la Rivolta dei Bambini in circolazione se ne vedono sempre di meno. Hanno capito che girare in macchina non conviene. Ma questa è più di una macchina: una specie di camionetta. Un monolocale dislocato su due piani, ma con le ruote, che per salirci a momenti serve la scala.
Il guidatore del suv – ecco come si chiama la camionetta: suv – si piazza alle spalle della porta, ma defilato, in osservante attesa di poter passare. Di recente, in un paio di casi, automobilisti impazienti si sono visti circondare la macchina di bambini: e quando l’assedio è finito le fiancate erano completamente istoriate a forza di temperino.
Il guidatore non suona, secondo le recenti direttive comunali, che prevedono per l’abuso di claxon l’immediata permuta del veicolo con una bicicletta da donna a ruote piccole. Sta lì e aspetta di poter passare. Il muso del suv è ancora più largo della porta, da zaino a zaino. La semplice presenza dell’automobile fa perdere concentrazione a Nino, che cerca di non pensarci, ma intanto ci pensa. Poi basta: prende una rincorsa esagerata e tira fortissimo.
Il portiere si butta perché ha le ginocchiere, i paragomiti e i pantaloncini imbottiti, per cui si butterebbe sempre, anche quando non serve. Stavolta, per esempio, non c’è nessun bisogno buttarsi: il tiro di Nino è forte, ma di molto fuori.
Talmente fuori da finire su un faro del Suv.
Talmente forte da spaccarlo.
In altri tempi il suvista sarebbe sceso imprecando e avrebbe fatto un casino. Ma stavolta si limita a digrignare i denti e nemmeno osa lasciare l’abitacolo. Nuove Regole alla mano, sa di essere dalla parte del torto.
Anche Nino normalmente sarebbe portato a imprecare per il tiro sbagliato. Ma anche se è finito fuori, Nino è molto contento di come l’ha calciato, il suo calcio di rigore. Tanto gli basta. In fondo, pensa, è solo un gioco.
(Parte due di due - fine)

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Roberto Alajmo | 17/02/2013

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