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IL SISTEMA TEATRALE AUTOREGGENTE

(Questo l'ho scritto due anni fa, e me lo intesto oggi ancora di più)
...In realtà la patologia palermitana è solo l’esasperazione di un sistema guasto e più vasto: il sistema degli Stabili italiani, ma anche l’opposto correlato dell’Avanguardia Istituzionalizzata. Ovunque in Italia, ma in Sicilia particolarmente, la gestione degli spazi teatrali viene vissuta in maniera feudale. C’è il Principe che abita nel castello più lussuoso e gode dei maggiori introiti.
Attorno a lui, vassalli, valvassori e valvassini: tutta gente che mangia dalle mani del Principe o si aspetta, prima o poi, di essere ammessa a mangiare. Per cui nel frattempo si mantiene allineata e coperta. Persino i Baroni che godono di una certa indipendenza, quelli che possiedono un loro piccolo castello, si guardano bene dal prendere pubblica posizione nei confronti del Principe, per timore di perdere i propri anche minimi privilegi. Sanno che basterebbe stuzzicarlo per suscitare la sua vendetta ed essere spazzati via. Ridono di lui, ma non si espongono.
Ognuno difende il proprio cortile dalle incursioni del barbaro straniero, contento di sé e della propria piccola corte di collaboratori, critici e giornalisti di fiducia. Un sistema autoreferente e autoreggente, basato sugli scambi fra teatri grandi e piccoli delle diverse città, più che su una "economia teatrale" in senso stretto. Solo così il sistema ha potuto sopravvivere fino a oggi. Io do uno spettacolo a te e tu ne dai uno a me. Io faccio una regia da te e tu ne fai una da me. La stessa rete delle recensioni è ormai totalmente screditata, visto che gli addetti ai lavori conoscono tutti i gradi di dipendenza fra recensito e recensore.
Sennonché in questo quadro bloccato ormai comincia a scarseggiare pure un altro ingrediente fondamentale: il pubblico, che si è stufato di annoiarsi sia agli spettacoli dei teatri Stabili sia a quelli dell’Avanguardia Istituzionalizzata.

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Roberto Alajmo | 08/10/2013

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