MANCO LE MUTANDE, ORMAI
La chiusura del semi-storico Bar Renato di Mondello una piccola stretta al cuore la dà. E non serve essere nostalgici dei vecchi marchi commerciali cittadini (Dagnino! L'Extrabar! Caflish! Flaccovio! Hugony!).
Siccome niente risulta eterno, nemmeno i negozi della nostra infanzia sono destinati a durare. Vanno semmai a colmare i serbatoi del rimpianto fino a farli tracimare.
Per anni abbiamo visto insegne storiche smantellate per lasciare posto alla triade del nuovo commercio: occhiali, calze e mutande. Come se ogni altra esigenza fosse stata soppiantata per soddisfare una clientela mutante. L'evoluzione sembrerebbe aver portato a sacrificare nell'uomo la facoltà della vista concedendo in cambio arti inferiori supplementari e culi in sovrannumero.
La differenza degli ultimissimi anni è che sempre più spesso al negozio storico che chiude non ne subentra nemmeno uno di quelli triviali a cui eravamo ormai abituati. Niente mutande: rimane solo la vetrina vuota, con il cartello "affittasi", a tempo indeterminato.
Strade e vetrine delle città una volta erano una dentatura quasi perfetta. Ora i denti cadono uno dopo l'altro e non vengono più rimpiazzati, nemmeno con quelli finti.

Roberto Alajmo | 05/01/2015
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