SE BEN RICORDATE, LA PORTICINA DI TRUMAN ERA COLLOCATA ABBASTANZA IN ALTO
In certi momenti ho limpressione che non ci crediamo fino in fondo.
Questo che sta succedendo, in certi momenti, è come se avvenisse in una dimensione diversa, che non può riguardarci veramente. Che non può riguardare proprio noi. Forse centra linconscia convinzione di immortalità che abbiamo coltivato fino a poco tempo fa, e che ancora stenta a farsi da parte.
Di sicuro questa sensazione di straniamento non sussiste per chi lavora in ospedale, o che per diversi motivi può uscire da casa e verificare le strade veramente vuote, con la vita che veramente si è fermata dappertutto come dice la tv.
Ma nella segregazione delle nostre case forse stentiamo a credere a quel che vediamo sugli schermi. Si sa che cè poco da fidarsi. Anche il Papa da solo nellimmensità di piazza San Pietro, suvvia: fa troppo kolossal americano per essere autentico.
Il passaggio successivo potrebbe essere, dopo ancora un po di tempo a rosolare in questo limbo, un ribellismo diffuso fondato sulla convinzione che, se tutto è una finzione, la segregazione è solo un abuso di potere. Un Truman Show esteso allintera popolazione mondiale.
Quindi usciremo di casa e arriveremo allestremo limite dellimmenso set e apriremo la porticina come fa Truman nellultima scena, nella convinzione di uscire dalla finzione.
Ecco: allora veramente precipiteremo giù.