11 APRILE 2006
Oggi hanno arrestato P. e io è tutto il giorno che mi domando e dico: perché proprio oggi? Oggi non è un giorno qualsiasi, e francamente, dopo 43 anni, che l'abbiano arrestato proprio oggi è un caso abbastanza singolare. L'idea che mi sono fatto è che l'arresto di P. doveva servire a coprire la vittoria di B. Cioè: era stato deciso che contrariamente a tutte le previsioni, i sondaggi e gli exit-poll spuntasse a un certo punto una maggioranza di popolo che nessun signore dei numeri fino a quel momento era riuscito a immaginare. Oggi doveva essere il giorno in cui tutti si sarebbero chiesti: ma com'è possibile che improvvisamente questo diavolo di B. ha vinto di nuovo? E intanto che tutti se lo chiedevano BUM! ecco arrivare nelle redazioni di tutti i giornali e telegiornali la notizia dell'arresto di P. In questo modo tutto il resto del dibattito nazionale sarebbe stato destinato a passare a pagina tre, secondo le regole del Giornalismo e del Giornalismo Italiano in particolare. Solo che qualcosa è andato storto. I sondaggi si sono sbagliati nelle proporzioni, ma non di quanto sarebbe servito a rovesciare il risultato elettorale, e dunque contro B. si è rivoltata non solo la legge elettorale che s'era confezionata su misura, ma persino la Notizia Fine Di Mondo predisposta per fare in modo che l'opinione pubblica glissasse sulle ragioni di questo improvviso miracolo elettorale. La prassi di farla grossa e spararne un'altra più grossa ancora è assodata e si è consolidata negli ultimi cinque anni. Gli esempi non mancano. Così si spiegherebbe la faccia del Ministro degli Interni quando dalla sua stessa parte politica gli parlano di brogli e riconteggi. Si mette con lo sguardo al cielo e fischietta. Bisogna anzi essergli grati: un attentato con molti morti sarebbe servito ugualmente allo scopo. Almeno la notizia dell'arresto di P. è una buona notizia.
Roberto Alajmo | 17/04/2006
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